SOTTOSEZIONE-HASHTAG: Persone
Stante, come assodato, il contatore-like social come metro unico e incontrovertibile del valore intrinseco di una persona nella società umana di vez e squinzie di oggidì, l’assioma della likeness vuole che un chicchessia soggetto umanoide si dedichi a spron battuto e senza tema alcuna alla sola attività per cui abbia senso spender energie, tempo e denaro: macinare like sui social per diventare una persona giusta di successo arrivata frà non mi uccidere il mood.
Nostre esaustive ricerche, effettuate con l’ausilio dell’Università dei Likez Quelli Grossi di Spontricciolo e una mano a ghermire il sottopalla, hanno stabilito una volta per tutte cosa si trovi in vetta alla classifica delle cose che ti fanno fare più turbolikez se ci fai un selfone, ci metti i filtrini pimpcool e poi condividi con frase che pensi esser di Wilde che però in realtà è mezza di Baudelaire e mezza di Povia e in ogni caso è copiata male. I cuccioli direte voi. No, diciamo noi. I cuccioli ti fanno fare likeoni ma poi c’è a chi i cuccioli non piacciono e poi stan cuccioli poco e poi diventan grossi e puzzardelli e poi a chi piacciono i cani non piacciono i gatti e a chi piacciono gli armadilli non piacciono gli ornitorinchi. Voto 70/100 ai cuccioli nella scala della big likeness. I selfie al mare #vitadaspiaggia #seasun #guardaomarequantoèbell #omareneromareneromarene #meshuggah #grimavermilinguo, direte voi. I selfie al mare ormai son roba per tutti, anche per chi vive a Trento (pare che a Trento abbiano ideato un wormhole che conduce al mare il tempo di un selfie, alla sola bisogna di far fare selfie al mare a ogniqualpersona ne senta l’impeto, e cioè tutte), indipercui ci sentiremmo di dissentire anche con tale specifica, stante poi il radicamento temporale dei selfie al mare in quei sei-otto mesi dell’anno primaverestivi con poi solo susseguenti selfie al lago autunnale o al lago invernale ghiacciato o al cesso, con primo piano di acqua dello sguazzone. I figli, direte voi. Bingo, tringo, ringo e anche dingo! Precisesattamente vezs, i figli sono il gancio per l’ascesi finale e imperitura nel socialmondo e nei ranking dei grossi likes quelli enormi, poiché i bambinetti pargoli cicciopallosi durano di certo di più di qualsivoglia animaletto in quella fase pargola cicciopallosa oh che tenerotto puzzoloso che è #cicciopallotto #puzzoloso #ibimbisonoilfuturo #perchétucheseiilpresentenontiestingui; rispettando l’eguale principio per cui le cose carine e cicciopallose muovono a repenti fulminlikes. I più azzimati tra voi si saran già resi conto, tuttavia, dell’insorgere di un fatal dilemma, riassumibile in tal guisa: si fan più gigalike con le foto del bimbo già nato o a bimbo ancora impanciato?
Come immaginate, i più ruspanti sociologi, biologi, entomologi e coprofagi s’interrogano dal tempo degli Antichi Libici circa tale atavico quesito. “I più recenti studi sostengono la necessità” – dichiara Lord Eustozio Bradogaster, riverito accademico del Politecnico di Gorgobrollo e baronetto della Regina Nanasipau’u Tuku’aho di Tonga – “di massimizzare il potenziale dei figlioletti spingi-like sia in fase prenatale che in fase postnatale. Il numero di reactions, con adeguato piano strategico di condivisione cui si consiglia di dedicare 6-8 ore giornaliere, resta nella maggior parte dei casi alto e costante. Si segnalano, come momenti imprescindibili, che possono portare nel al micro/medio influencing: la prima foto col pancione – con tassativo smile disegnato attorno all’ombelico – e la foto durante l’allattamento, possibilmente con tre quarti di capezzolo tatuato semivisibili”.
Foto pancione o bimbo schifato
Quindi ergetevi presto a figliatori seriali, figliate duro e irresponsabilmente come conigli mannari e sfornate pargoli da riempirci un silos. Fatto? Ora applicate abbondante colla vinilica al vostro pargolo più puccioso e spalmatevelo in grembo e se lui tipo piange di brutto perché non vuole fare la foto con la mamma amore tesoro e perché tipo ha un anno ma già sa leggere meglio di voi e le robe che scrivete negli hashtag non gli quagliano granché, non vi demoralizzate e anzi fate un selfone per ogni volta che si lamenticchia, per educarlo ora e sempre alla nobile arte del selfone family. Come ovvio il pargoletto dev’essere inciccionito a dovere facendolo mangiare a scofaniello perché poi in foto oh ma è cicciottosissimo mille reactions e vestito con colori tipo turchese puccipù e violetto gnacchignà con indumentini carini pucciosetti diecimila commenti. Dopo una sessione pomeridiana di fotine amoretti, dedicatevi all’altrettanto decisiva sessione serale di selezione e applicazione filtri sgarzulini alle fotine degne di condivisione e sparaggio nell’etere – e cioè tutte – che sì alla fine ok che è un bimbo piccolo, che è mio figlio, che non si potrebbe/dovrebbe e che proprio a volerlo fare andrebbe sparato nel calderone dei miei 75.000 contatti social magari con la faccia oscurata, ma vuoi mettere poi se non si vede il facciotto oh amore guarda che bella la foto che ha postato la mamma sui social in cui ci sei anche tu. 100.000 likes. Bimbo vomita a turbozappa nel coppetto di mammà; uno ci spera.